Compositore e poeta, Arrigo Boito nacque a Padova nel 1842. Musicista di grande cultura, fu uno dei pionieri del rinnovamento del melodramma italiano che tentò con il Mefistofele, di cui scrisse anche il libretto. L’opera, caduta a Milano nel 1868, revisionata, trionfò a Bologna nel 1875 anche per merito di due artisti parmigiani: il direttore Emilio Usiglio e il tenore Italo Campanini. Elaborò a lungo il Nerone, del quale lo studio conserva materiale preparatorio autografo, opera che fu eseguito postuma nel 1924 per volontà di Arturo Toscanini. Fu autore dei libretti di alcuni famosi melodrammi, tra i quali Gioconda, per Amilcare Ponchielli, Otello e Falstaff per Giuseppe Verdi, Ero e Leandro per Giovanni Bottesini, poi Luigi Mancinelli.

Il Conservatorio di musica di Parma fu intitolato al suo nome in quanto, per mantenere il posto all’amico Franco Faccio, su pressione di Giuseppe Verdi, accettò di dirigere l’Istituto, dando la sua impronta alla scuola di canto. Passato lo studio al senatore Albertini, i suoi eredi, dopo che era passato per diverse mani, vollero che venisse a Parma, vicino a quello di Arturo Toscanini.

La biblioteca, tipica di un colto umanista della fine dell’Ottocento, comprende opere di pregio, tra le quali l’Enciclopedia di Diderot, testi classici latini in edizioni dei secoli passati, letteratura europea, libri di D’Annunzio con dedica. Arrigo Boito. Giuseppe Verdi. Il mobilio è composto da librerie, scrivania, sedie, e di un salottino con poltrone, un portafotografie apribile in legno con l’interno in pelle e una serie di 87 fotografie d’epoca di grande formato e di un pianoforte verticale tedesco Scriedmayer con panchetto. Alla parete diverse cornici con fotografie storiche e una grande stampa raffigurante Giuseppe Verdi con dedica.

Galleria

A destra: Libreria con risuonatore di Helmholtz composto da 9 pezzi in metallo (forma tipo campana) .

A destra:  prospettiva dello studio di Arrigo Boito.